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Sydney (1996)

Sydney

Dai a un uomo un pesce e mangerà per un giorno, insegnagli a giocare a blackjack e si pagherà il caviale.

Oggi facciamo un gioco che mi piace chiamare “piccolo cucciolo di cineasta”, che consiste nell’andare a riguardare il film d’esordio di un regista affermato. Il protagonista di oggi è: Paul Thomas Anderson con il suo Sydney, fate un bell’applauso signore e signori!

Probabilmente è una cosa tutta mia, ma non penso di aver mai visto in ordine cronologico i film di un o una regista, ecco perché trovo molto divertente, anni dopo averli scoperti, andare alla ricerca delle loro origini. Togliamocelo subito il dente: questo è un film ok, non è Boogie Nights Magnolia, i primi film con cui PTA comincia a lasciare un segno. Eppure i semi che negli anni successivi lo renderanno uno dei cineasti più venerati del ventunesimo secolo sono già piantati e visibili.

Sydney è la storia di un ragazzo che non ha più una famiglia e vorrebbe di più dalla vita, non solo i soldi per il funerale della madre, e dell’uomo che lo accoglie sotto la sua ala per insegnargli a diventare un esperto del gioco d’azzardo, il Sydney del titolo. Lungo la via Sydney riuscirà ad aiutare anche una giovane cameriera prima di dover fare i conti con il proprio passato.

Gli ingredienti tematici della cinematografia di Anderson ci sono tutti: uomini ambiziosi, il successo, il declino, la redenzione, famiglie d’origine disastrate, famiglie acquisite stravaganti ma funzionanti e Leonardo Pieraccioni a cavallo di un Triceratopo. Ok no, Pieraccioni non c’è, però ci sono tutti quei movimenti di macchina che affinerà con gli anni e la tendenza ad usare scene lunghe senza troppi stacchi di montaggio. E ci sono anche attori feticcio come Philip Baker Hall, John C.Reilly o Philip Seymour Hoffman. Insomma, a 26 anni questo cucciolo di cineasta aveva già piuttosto chiara la sua visione di cinema. Per chiudere la puntata vi lascio con una domanda: voi ce l’avete Samuel L. Jackson nel vostro film d’esordio?

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