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Old Boy (2003)

Old Boy

“Ridi, e il mondo riderà con te. Piangi, e piangerai da solo” è il mantra coreano del vendicatore che usa un martello, ma non per piantare chiodi.

Vendetta, dolce Vendetta. Capace di pompare a manetta la motivazione di tutte le nostre azioni con il solo fine di distruggere l’oggetto del nostro odio; e noi stessi. Capace di dare un senso alle nostre ansie, depressioni, autolesionismi, lamenti, strazi, sensi di ingiustizia e incazzature varie. Insomma, un ottimo corrosivo per il nostro stomaco, una tematica di sicuro successo per un film. Old Boy ne è un perfetto esempio.

Nei primi anni del nuovo millennio la vendetta andava davvero di brutto al cinema. Un’eroina bionda in tutina gialla ce l’ha dimostrato nel 2003. In quell’anno la vendetta in Occidente affettava con una katana, mentre in Oriente spaccava con un martello. Un equo scambio antropologico d’armamentario. “Il film che avrei voluto fare” disse Quentin Tarantino, presidente della giuria del Festival di Cannes del 2004, quando presentò Old Boy, secondo capitolo della Trilogia della Vendetta del regista coreano Park Chan-wook. Mister Vendetta e Lady Vendetta completano la triade.

Old Boy parla di Dae-su (interpretato da Choi Min-sik) un uomo qualunque di Seoul, piuttosto miserabile. Un giorno viene preso e imprigionato in un piccolo appartamento, dove rimarrà per 15 anni. Perché? Quando vedrete il film e avrete la risposta a questa domanda, vi cascherà la mandibola per terra. Altro non si può dire, qualsiasi dettaglio rivelato in più è uno spoiler grosso quanto una casa.

Tutti noi siamo rimasti incantati da Parasite, e da quella particolarissima maniera di raccontare i drammi esistenziali dell’uomo moderno tipica della narrazione asiatica. Poesia e ironia sullo sfondo di una disperazione esistenziale mai troppo consapevole. Tutti ingredienti presenti anche in Old Boy, anzi, peggio, molto peggio. Con il pretesto della Vendetta, Park Chan-wook sviscera e spolpa la mente e il corpo del suo protagonista fino all’estremo, affinché sappia il perché di quella prigionia. Un perché che, scoperta dopo scoperta, affonda e ferisce negli angoli più oscuri e torbidi dell’essere umano.

Old Boy è un film estremo, una vendetta che affascina per quanto è visceralmente malata. Non troverete leggerezza, ma rimarrete affascinati quando vedrete a cosa si può spingere un essere umano, in nome della pietanza fredda più deliziosa che può offrire il menù della nostra Cult-O-Matic.

Spike Lee ne ha fatto il remake americano qualche anno dopo. Interessante, ma non regge il confronto con l’originale.

 

Durata:

  • 1h 56min.

Sceneggiatura:

Colonna sonora:

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Informazioni sull'Autore

Robert De Lirio

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