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Saranno cult?

Mine (2016)

Mine

Un soldato mette un piede su una mina, se lo toglie salta per aria. La prima americana all’italiana degli ultimi anni.

Grazie a Mine ho capito una cosa: noi italiani siamo un po’ invidiosi degli americani. Sì è vero, il neorealismo e la commedia all’italiana hanno dettato legge ai registi di tutto il mondo. Quando lottavamo ad armi pari, il cinema si basava solo sulla bravura degli attori e la qualità delle storie, e allora sì che giocavamo a bombardare di capolavori il resto del mondo. Poi però la carenza di mezzi, una generale crisi artistica ed economica che ha irrimediabilmente colpito il cinema, hanno abbassato di parecchio il livello delle nostre produzioni negli ultimi anni.

Anche nell’industria americana possiamo ravvisare una generale crisi di creatività, ma loro hanno comunque dalla loro gli effettoni, le produzioni milionarie e le roboanti distribuzioni a macchia d’olio. Eh, insomma, un po’ ce rosicamo, essù. Ok, ogni tanto, Sorrentino a parte, qualche bella storia riusciamo ancora a sfornarla. Ma da quanto tempo non vediamo un bel pomposo kolossal tutto italiano di quelli che mamma regà sto film m’ha lasciato cioè quanta roba il signore degli anelli je fa un baffo!?

Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, noti come Fabio & Fabio, registi milanesi al loro primo lungometraggio, ci provano a fare gli americani con Mine, e ci riescono alla grande. Trama semplicissima: un soldato mette un piede su una mina, se lo toglie salta per aria. Con una trama così è naturale che la storia sia tutta in mano alle scelte registiche. Tutto ruota intorno alla strenua resistenza del soldato allo stress, il panico e la disperazione. Allucinazioni, strani incontri onirici, narrati e mostrati secondo una grammatica molto… all’americana!

Il film però si difende bene, con una cura del dettaglio e una qualità di realizzazione da non avere nulla da invidiare alle produzioni dello Zio Sam. Se il film di Fabio&Fabio diventerà o meno un cult non mi sento di prevederlo, ma rimane comunque un segnale molto importante: forse l’Italia sta ritrovando i mezzi per dire la propria, su qualsiasi genere cinematografico.

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Robert De Lirio

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