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Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988)

Chi ha incastrato Roger Rabbit

Provate a vedere se avete superato quei traumi infantili.

Non vedevo Chi ha incastrato Roger Rabbit? da quando avevo circa 5 o 6 anni. Ricordo ancora quella vecchia videocassetta con la custodia impolverata e l’etichetta arancione con la scritta rossa.

Ora che ci penso, registrare film grazie ai vecchi videoregistratori non era forse pirateria? In tal caso, io non l’ho mai fatto. Comunque ero sicuro di raccontarvi una bella storia. Volevo dirvi la cosa secondo me più bella che si possa dire ad un’altra persona, perché sarò un allegro buffone, ma ho i miei bei momenti introspettivi pure io. Quasi a conclusione di un processo di crescita e maturazione, un cerchio iniziato più di venti anni fa che si chiude, volevo dirvi: “non c’è nulla di cui aver paura, state tranquilli, qui è tutto sicuro“. Mandarvi un sincero abbraccio virtuale e prepararvi alla (ri)visione di un film divertente e tipicamente Zemeckisiano.

E invece manco per il cazzo. Quanto cazzo fa paura il giudice Morton anche quando sei bello grandicello? Un casino. Della serie: ho dormito male perché me lo sono sognato. Christopher Lloyd te possino! Qui non è che parliamo del classico cattivone da film per ragazzi, qui parliamo di uno che squaglia i cartoni animati nell’acido. Non so se ci rendiamo conto. Se c’è una vera forza propulsiva in Chi ha incastrato Roger Rabbit? è merito suo. Certo, le animazioni sono fantastiche e vedere per la prima volta insieme personaggi Disney e Warner Bros fu e continua ad essere una gioia per grandi e piccini. Senza contare una delle più cult sex symbol di tutti i tempi: Jessica Rabbit.

Ma sarebbe troppo facile attribuire lo stato di cult a Chi ha incastrato Roger Rabbit? per questi motivi. Non per fare sempre il bastian contrario (è che mi disegnano così), ma voglio darvi un’altra interpretazione che magari avrà sicuramente già dato qualcun altro e quindi questo momento perderà inevitabilmente solennità. Dimenticate il film per famiglie tipico di Zemeckis, che sia Ritorno al futuro o Forrest Gump, e dimenticate i rimandi al noir e alle investigazioni: questa è una vera e propria favola cupa sulla lotta al capitalismo più avido e sull’utopia di una città comunista animata. E non ve la spiego nemmeno, ne riparleremo dopo che lo avrete (ri)visto. Sempre che non vi siate cacati addosso per colpa del giudice Morton. Certo a distanza di più di 30 anni stona un po’ il fatto che il simbolo per eccellenza dell’animazione nel cinema, la Disney, che nel film fa parte dei rivoluzionari, si sia comprata quasi tutto il mondo del cinema. Anzi, se non state attenti vi si compra anche zia Concetta e tutti i suoi preziosi barattoli di marmellata fatta in casa.

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