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Saranno cult?

È stata la mano di Dio è il film più intimo di Sorrentino

Com’era la Napoli degli anni ’80? Chiedetelo a Paolo Sorrentino!

È stata la mano di Dio è senza dubbio il film più intimo e personale del regista Paolo Sorrentino, vincitore del premio Oscar per La Grande Bellezza. Anche in stavolta il cast è di altissimo livello: Toni Servillo, Enzo Decaro , Luisa Ranieri e Filippo Scotti.

Paolo Sorrentino fa i conti con il suo passato attraverso lo sguardo di Fabietto Schisa (Filippo Scotti); uno sguardo intenso di un giovane ragazzo napoletano degli anni ’80, che osserva in silenzio la sua stravagante famiglia e i personaggi che ruotano attorno a lui come in una commedia teatrale di Eduardo De Filippo.  Si ride di gusto guardando le vicende di questa affollata famiglia borghese napoletana, chiassosa, ingombrante e molto irriverente.

È stata la mano di Dio è un film assolutamente da non perdere, perché Sorrentino mette a fuoco con la macchina da presa la propria storia di ragazzo adolescente napoletano indeciso sul suo futuro. L’amore sincero verso la sua famiglia d’origine, madre, padre, zii, cugini, vicini di casa, amici, Napoli e soprattutto l’amore per…il Napoli! Quella di Fabietto è una confessione sentita su cosa significa diventare adulti, un percorso fatto di ricordi, dubbi, incertezze e sogni ad occhi aperti.

Il ragazzo è l’alter-ego di Paolo Sorrentino, alla ricerca del suo posto nel mondo quando un evento particolare sconvolge la sua giovane esistenza: l’arrivo di Maradona nella sua squadra del cuore.

Maradona diventa così simbolo di speranza verso un futuro migliore. La Napoli degli anni ’80 era in effetti una città dalle mille contraddizioni, e il calciatore argentino fu visto come l’unico eroe capace di salvarla.

Le prodezze calcistiche di Maradona si legano così alla vita di Fabietto e questo filo conduttore, vedremo, non si spezza mai.

Mito calcistico da una parte, ragazzo dall’altra. In mezzo, la città.

Punto di forza è la splendida fotografia dei paesaggi di Napoli, con il suo golfo, il suo mare, il Vesuvio in lontananza che fa da contrasto sull’amarezza della vita quotidiana dei suoi abitanti. L’intreccio tra la bellezza estetica e la cruda realtà è la reale riflessione e confessione sull’essere napoletano, sulla città di Napoli e i suoi miti eterni.

Anche io sono figlia di quel sogno chiamato  Diego Armando Maradona, ma allora ero troppo piccola  per capirne l’essenza e attraverso il film si rivive la magia! Ci verranno in mente quelle strofe che cantavamo da bambini che ora da adulti hanno finalmente un significato: “Oh mamma, mamma, mamma, Oh mamma, mamma, mamma, sai perchè mi batte il corazon? Ho visto Maradona! Ho visto Maradona, Uè mammà, innamorata son!”.

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Lauren Bacult

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