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Saranno cult?

Luca, recensione: di quando ‘Chiamami col tuo nome’ incontrò ‘La Sirenetta’

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In cui due mostri marini riescono ad esprimere sano e sincero affetto l’uno verso l’altro.

Il nuovo cartone animato Pixar è su Disney+. Prima di procedere alla recensione di Luca, vorrei parlare un attimo della mancata distribuzione in sala, un vero peccato ma, purtroppo, prevedibile. Era già successo con Soul, anch’esso categorizzato come Originale Disney Plus, ed è chiaro che a influenzare questa decisione sia stata la pandemia che ha costretto numerosi studios a posticipare o saltare l’uscita al cinema soprattutto dei film da vedere con tutta la famiglia. Ma le misure di confinamento e il trend generale alla visione dei contenuti sul piccolo schermo non sono l’unica ragione che ha spinto la Casa del Topo a rendere Luca disponibile direttamente su Disney Plus. Anche perché con i contagi in calo e le vaccinazioni a pieno ritmo il film sarebbe potuto arrivare al cinema senza troppi intoppi.

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Il vero motivo risiede da un’altra parte. Da diversi anni a questa parte, infatti, Disney è diventata la più grande un’accumulatrice di mega-franchise come Marvel, Star Wars e, di recente, quelle ereditate da Fox, e con tutta questa concorrenza interna il piccolo studio che ci ha regalato la saga di Toy Story non è più la punta di diamante.

Questo non significa che le IP Pixar non siano più importanti all’interno di Disney, anche perché molto più di quelle citate sopra e anche più dei classici Disney sono capaci di radunare grandi e piccini per oltre un’ora di pura gioia. Ed è questo anche il caso di Luca, storia ambientata in Italia che affronta i temi dell’amicizia, della solidarietà e della mostruosità come metafora della diversità. Quanto abbiamo bisogno nel nostro Paese di un racconto così? Anticipo quindi che il mio giudizio sul film è ampiamente positivo anche se con qualche riserva.

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Luca (2021) – Disney Pixar

Luca, la recensione del film Pixar

La mia previsione è che i film Pixar continueranno ad esistere e continueranno ad uscire direttamente su Disney Plus, perché hanno una forza trainante pazzesca che porta un sacco di abbonati e, quindi, soldi alla piattaforma streaming.

I e le visual artist della Pixar hanno anche protestato contro la decisione, ma naturalmente chi tira le fila aveva già deciso. D’altronde un film come Luca è difficilmente traslabile in un parco a tema, anche perché questo esiste già da centinaia d’anni e sono le Cinque Terre della costiera ligure, pittoresca ambientazione del film.

Tutta questa introduzione sul collocamento di Pixar all’interno di quella che ormai è una società multimiliardaria che solo Apple o Google potrebbero comprare mi è servita soltanto per arrivare alla parola “pittoresca”. Nel senso: che rappresentazione verrà fatta di un qualsiasi territorio di un Paese come l’Italia da parte di un ex studio indipendente d’animazione che adesso è una parte minoritaria di un conglomerato multimiliardario? Esatto, pittoresca. A maggior ragione se l’ambientazione prescelta è quella sognante della Riviera degli anni ‘50-’60.

Luca (2021) - Disney Pixar

Luca (2021) – Disney Pixar

Il nuovo film Pixar su Disney+: com’è Luca

Sul pittoresco sfondo (e fondale) si dispiegano le vicende di Luca e Alberto, due mostri marini che quando si asciugano assumono aspetto umano. Senza il gravoso pensiero di dover firmare un contratto con una malefica strega dei mari come ne La sirenetta per poter andare sulla terraferma, i due possono concentrarsi sul sogno più grande: andare in giro per il mondo. In Vespa. Insomma, per ritrovare un altro esempio di product placement tanto sfacciato bisogna tornare ai tempi di Un Maggiolino tutto matto.

La narrazione delle creature marine meta-umane che vogliono a tutti i costi andare sulla terraferma perché in un oceano sconfinato non trovano abbastanza cose da fare è abbastanza abusata. Questo, insieme alla solita rappresentazione stereotipata dell’Italia, le mamme ansiose e i papà burberi, il grammofono in barca, i baffi e le Vespa come modello di vita e il bullo di paese che se la prende con tutti per sopperire alle sue insicurezze di uomo (è l’unico adulto maschio senza baffi), durante i primi venti minuti di film mi hanno fatto prudere gli occhi tantissimo. Da un regista italiano, tale Enrico Casarosa, mi sarei almeno aspettato che insertasse l’uso corretto del gesto della mano a tulipano!

Ma dopo un po’ anche in uno spirito anti-capitalista e scettico come il mio si è insediato il candore della maledetta magia Pixar. Mi sono dovuto arrendere: Luca scorre che è un piacere, i suoi protagonisti sono adorabili e le luci, le case, le strade e le piazze sono curate nel minimo dettaglio. E finalmente vediamo due protagonisti maschili – due amici – capaci di esprimere sincero e sano affetto l’uno per l’altro. E alla fine, anche all’interno di un immenso conglomerato multimiliardario, grazie al racconto personale di Casarosa e alle artiste e agli artisti che vi hanno lavorato, Luca compie l’impresa: e si conquista un’anima.

Il cast di Luca

Luca (2021) – Disney Pixar

Il cast originale di Luca comprende Jacob Tremblay (Luca Paguro), Jack Dylan Grazer (Alberto Scorfano), Emma Berman (Giulia Marcovaldo), Maya Rudolph (Daniela Paguro), Sacha Baron Cohen (zio Ugo) e Saverio Raimondo (il villain Ercole Visconti).

Giacomo Gianniotti, star di Grey’s Anatomy, fa un piccolo cammeo dando la voce a Giacomo e Tommaso, due pescatori del luogo. Elisa Gabrielli e Mimi Maynard prestano la voce a due anziane del paese, Concetta e Pinuccia Aragosta.

C’è anche la mitica Marina Massironi che fa la signora Marsigliese sia nella versione inglese che in quella italiana. Il resto del cast italiano è composto da Alberto Vannini, Luca Tesei, Sara Ciocca, Ilaria Stagni, Massimo Corvo, Luca Argentero e Saverio Raimondo.

Luca è disponibile su Disney+ per gli abbonati Disney+ senza costi aggiuntivi a partire dal 16 giugno. Commenta per farci sapere cosa pensi del film e della recensione!

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Informazioni sull'Autore

Charlize Terùn

Emersa come dea ermafrodita dall'oro liquido sospirando "J'Adore", ha deciso che le piacque e piace tutto, compresa e in primo luogo la propria ambiguità. Quando la società imperialista le impedisce di vedere almeno 7 film a settimana diventa FURIOSA.

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