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The Brothers Bloom (2008)

The Brothers Bloom

“La veritààààààà mi fa maaaleee, loooo saaaaiiiii” disse il truffatore.

Rian Johnson è un cucciolone e durante un’intervista al Toronto Film Festival del 2008, dove presentava The Brothers Bloom, ha detto una cosa che giustifica l’esistenza di CheCult!, visto che vi consigliamo film di ogni tipo ed epoca, ed è una cosa che credo fermamente anche io: “c’è così tanta enfasi sulla distribuzione iniziale nelle sale di un film, ovviamente tutti speriamo che vada bene, ma rappresenta una percentuale molto bassa della vita di un film“.

Ora, è probabile che molti di voi non conoscano The Brothers Bloom, io stesso l’ho scoperto solo dopo essermi innamorato di Knives Out, scritto e diretto sempre da Johnson. Eppure è diventato uno di quei piccoli film che conservano un posto speciale nel mio cuore. Come ci riesce? In parte grazie anche alle musiche deliziose di Nathan Johnson, cugino del regista, ma soprattutto perché sembra un caper movie fatto nel tempo libero da un Wes Anderson con meno pastelli. Stephen e Bloom sono due fratelli orfani che fin da piccoli hanno capito che la loro strada per sopravvivere nel mondo era quella della truffa. Dopo un inizio quasi fiabesco, troviamo i nostri protagonisti ormai trentenni e con desideri contrastanti: Stephen (Mark Ruffalo) cede sempre di più alla sua vena da scrittore che vuole realizzare la truffa perfetta, Bloom (Adrien Brody) invece comincia ad essere stanco e vorrebbe finalmente vivere una vita non scritta. Insieme a loro la silenziosa Bang Bang (Rinko Kikuchi) che adora far saltare in aria le cose. Così Stephen promette a Bloom un’ultima truffa ai danni della ricca ereditiera Penelope (una straordinaria Rachel Weisz), ma…

Come in ogni film di Rian Johnson il centro di gravità è rappresentato dai personaggi, personaggi che spiccano sempre dal contesto in cui si trovano o dalla storia e a volte creano un mondo tutto loro. Quello di The Brothers Bloom sembra infatti sospeso fuori dal tempo, pur essendo ambientato nei primi anni del 2000. Penelope, infatti, a causa della sua epilessia non riesce mai a guidare l’unico elemento veramente moderno del film: una Lamborghini Murciélago LP640 del 2006. Allo stesso tempo Bloom si sente ormai estraneo a quella vita e prima o poi sia lui che Stephen dovranno fare i conti con la realtà, dimostrando che, come disse Barney Stinsonuna bugia non è altro che una bella storia che qualcuno rovina con la verità.

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