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Cena con delitto – Knives Out (2019)

Knives Out

Nessuno esce di qua finché non scopriamo chi ha accoppato il nonno!

Quando metà della popolazione mondiale ti ritiene il devastatore della saga di Star Wars, l’unico modo che hai per tirarti fuori dalle sabbie mobili del fandom in cui sei scivolato è partorire il tuo capolavoro. Ed è esattamente quello che ha fatto Rian Johnson con Knives Out.

Riunioni di famiglia, parenti razzisti, caminetti, eredità, gente che vomita e omicidi: non fatevi trarre in inganno, Knives Out non è un film sul Natale. Invece è un sapiente intruglio di quelli che piacciono a noi, come direbbe Giorgione, con un sacco di ingredienti gustosi. Voglio dire, guardate solo che razza di cast, non c’è mezzo attore fuori ruolo. Su tutti fatemi menzionare una performance di Ana de Armas che avrebbe meritato ogni premio del mondo. La storia è un classico del giallo: alla festa per il suo 85esimo compleanno, lo scrittore di gialli Harlan Thrombey raduna tutta la sua famiglia per festeggiare. La mattina seguente viene trovato morto nella sua camera. Nonostante la polizia pensi si tratti di suicidio, la settimana successiva tutta la famiglia viene interrogata dal grande investigatore privato Benoit Blanc, assoldato in forma anonima. Forse non tutto è come sembra.

Avevo circa 13 anni quando scoprii il brivido che può dare una macchina quando la porti ai suoi limiti. Nel mio caso era una vecchia Hyundai Accent che un mio amico maggiorenne dell’epoca spingeva al “massimo” nella strada poco trafficata che si arrampica sul monte su cui si trova il paese dei miei nonni. Io e gli altri passeggeri vivevamo l’esperienza a metà tra la nausea, il terrore e l’eccitazione derivante dalla sensazione di arrivare al limite. Col senno di poi mi rendo conto che non correvamo nemmeno veloce, ma era più che altro la percezione data da quello scassone di macchina (in ogni caso, per favore, guidate responsabilmente). Il nostro pilota invece ci rassicurava sempre: “tranquilli, ho il totale controllo del mezzo“.

Questa è l’impressione che ho guardando i film di Rian Johnson. Sia in Brick che The Brothers Bloom e Looper ho sentito quell’eccitazione mista ad agitazione per una curva presa forse troppo forte. Ma ho sempre notato che il pilota avesse il totale controllo del mezzo. E se è vero che nei film precedenti Rian è partito guidando una Hyundai, in Knives Out guida una Ferrari. Sa perfettamente quello che fa, mescola sapientemente i generi cinematografici, ingannando costantemente lo spettatore sui continui tornanti della narrazione. Knives Out è divertente, brillante, elettrizzante e curatissimo in tutti i suoi dettagli. Non provate a dirgli di fermarsi, non provate ad anticipare le sue mosse, stringete bene la cintura e godetevi la corsa.

P.S. Vi consiglio di riguardarlo un paio di volte: la prima per notare meglio il meccanismo messo in atto da Johnson, la seconda concentrandovi solo su quello che accade in secondo piano. Succede sempre qualcosa sullo sfondo dei suoi film, non ve ne pentirete.

 

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