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Susanna! (1938)

Susanna!

Susan, per favore, stai buona un minuto. Susan, non fare danni. Susan, ti prego, lasciami in pac… Oh Susan, io ti amo.

Terremoti, incendi, uragani, tornado, tsunami, eruzioni, asteroidi, siccità, cavallette, Gian Piero Ventura ct della Nazionale, vomitare nel piatto il pranzo di Pasqua. Io vi giuro che non avete mai visto un disastro naturale più grande dell’ereditiera Susan, interpretata da Katharine Hepburn in Susanna!.

Vi è capitato di aver sentito parlare di screwball e avete pensare che vi stessero insultando la mamma? Potete dormire sonni tranquilli, perché si tratta della tipica commedia svitata degli anni ’30 (per le lezioni di storia del cinema ci accorderemo in privato). Howard Hawks non solo è l’iniziatore di questo genere ma, come testimonia Susanna!, ne è anche il suo massimo esponente. Avete presente tutte le commediole romantiche tipiche della Hollywood di fine anni ’90, inizio ’00, quelle in cui succede ogni tipo di equivoco e per tutto il film non fate che esclamare “No, no, no, no… Nooooo“? Sono tutte figlie di Susanna!.

Come da manuale, tutto qui si basa sulla guerra dei sessi. E che sessi. Da un lato Cary Grant, uno degli attori più affascinanti che il cinema ricordi, dall’altro Katharine Hepburn, 4 premi Oscar e un’energia qui sufficiente a illuminare Las Vegas in eterno. E sono parecchie luci.

Grant interpreta David, un paleontologo che dopo 4 anni sta finalmente per completare il suo dinosauro con l’osso mancante. Sta anche per sposare una rompicoglioni di prima classe che lo vuole concentrato solo sul lavoro, non vuole neanche andare in luna di miele e vuole che il loro figlio sia il brontosauro a cui stanno lavorando (per fortuna lo hanno già messo quasi tutto insieme, perché partorirlo sarebbe stato doloroso). Mentre cerca di convincere un avvocato che deve convincere una vecchia zitella, che al mercato mio padre comprò, a donare un milione di dollari al suo museo, David si imbatte in Susan, che si innamora di lui, e che insieme al suo leopardo stravolgerà la vita del paleontologo come un calzino bruciato nel bosco.

Se posso permettermi un ulteriore consiglio, cercate di vederlo in lingua originale. Già dal titolo, Bringing Up Baby, si percepisce la sostanza del film, fatta di malintesi e doppi sensi. Perché Baby è il nome del leopardo che fornisce un pretesto per la narrazione, ma può riferirsi anche al personaggio interpretato da Cary Grant.

Goffo e impacciato, David è una sorta di bambinone che viene travolto dall’esplosività di una donna che sa cosa vuole e come ottenerlo e che lo costringerà quindi a maturare. Poi insomma nella versione italiana vi perdereste i doppi sensi sull’osso di David – dopo 80 anni non mi pare il caso di fare i puritani – e soprattutto un momento fondamentale non solo della storia del cinema, ma anche d’America. Durante le numerose disavventure, David si ritroverà senza vestiti in casa della zia di Susan e per coprirsi userà una vestaglia da donna. Interrogato dalla vecchia zia sul perché vestisse in quel modo bizzarro, David risponderà Because I just went gay all of a sudden!“. La frase, improvvisata da Cary Grant, diventerà la prima certificazione ufficiale dell’associazione del termine gay all’omosessualità, che già era in uso negli anni ’20 tra i parlanti americani.

Susanna! è un film che ha fatto storia in tutti i sensi e a 80 anni di distanza diverte anche di più, visto che fu un flop clamoroso al botteghino. Un’ennesima testimonianza che non dovete abbattervi se non riuscite a superare un esame o ad ottenere un lavoro, tra un secolo il vostro fallimento potrebbe aver segnato un’epoca. Ma probabilmente no.

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