Quante volte vi hanno detto che la pratica e l’allenamento rendono perfetti?
Quante volte chi ve lo ha detto era il vostro insegnante?
Quante volte vi ha lanciato una sedia in faccia per farvelo capire?
Quante volte avete pianto perché nemmeno un Oberführer delle SS vi urlerebbe così tanto in faccia da farvi la doccia con la sua saliva?
Se vi è capitato, mi dispiace per voi. Sappiate comunque che avete perso l’opportunità di essere i protagonisti di un film che ha vinto ben 3 premi Oscar, uno dei quali è andato al vostro insegnante sadico. Una testimonianza che nella realtà, a differenza dei film, vince sempre il cattivo.
Whiplash nasce come un corto quando Damien Chazelle è ancora un perfetto signor Nessuno, avendo diretto solo Guy and Madeline on a Park Bench nel 2009. Un film dedicato al jazz, così come Whiplash e anche il successivo La La Land (Damien, magari per il prossimo inventati qualcos’altro). Andrew è un giovane che sogna di diventare un grande batterista jazz e riesce ad entrare in una prestigiosa scuola di musica. Qui riceve gli insegnamenti del terribile Terence Fletcher, una sorta di Sergente maggiore Hartman della musica.
Tecnica perfetta
Andrew è interpretato da Miles Teller, che ha la faccia da culo giusta per interpretare il giovane piagnucolone che diventa un batterista coi controcazzi. Terence è interpretato da J.K. Simmons, che vince un Oscar strameritato e porca miseria non lo fate incazzare mai che sennò è la fine.
La musica è fantastica, sia che amiate il jazz o no, ma la vera forza di Whiplash è il montaggio strabiliante di Tom Cross, che infatti è stato premiato dall’Academy nel 2015. Unitelo insieme al talento registico di Chazelle e ottenete una scena finale che andrebbe mostrata nelle scuole di cinema e che vale da sola l’intero film.
Se una volta finito Whiplash comincerete a battere le mani su qualsiasi cosa, fingendo che sia una batteria, non preoccupatevi troppo. L’effetto svanirà entro 7-10 giorni.