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Saw – L’enigmista (2004)

Saw

“Ricorda, figliolo: vivi la tua vita al massimo. Ne vale della tua gamba”.

Il genere di Saw è stato definito torture porn, soprattutto per l’indirizzo preso dai suoi sette sequel.

E se la denominazione ha un carattere dispregiativo, da un punto di vista produttivo non si può rimproverare nulla a James Wan: senza nemmeno contare l’ultimo Saw: Legacy, l’epopea dell’Enigmista si piazza al terzo posto della classifica delle serie horror più remunerative. Precedono The Conjuring, altra saga più marcatamente horror di Wan, e quella di Alien, che beneficia di budget molto maggiori.

L’hanno chiamato torture porn, tu chiamala sana boccata di disagio. In questo, il primo Saw è maestro. E non solo per il qualunquismo ideologico e i quaquaraquà come vittime sacrificali della ferrea etica jigsawiana. È un film che apertamente gode e fa godere della sua sporcizia. Niente metafore, qui: Adam, nei primi minuti, ha davvero le mani nella merda.

Ma Saw è prestigiatore: concentra la tua attenzione su poliziotti inermi, pupazzi inquietanti, seghetti, cessi, aporie, tecnologia vintage e intanto ti propina, attraverso una lurida patina gore, un messaggio di auto-aiuto del tipo: “Vivi ogni giorno come fosse l’ultimo“.

I due disperati, incatenati ai lati opposti di una stanza, per compagnia hanno solo i loro rimpianti. Non sanno se ne usciranno vivi. E non hanno fatto niente di particolare per meritarsi una simile situazione. Ma Jigsaw è fatto così: ha questa strana idea che la mediocrità medio-borghese sia una colpa.

Durata:

  • 1h 43min.

Regia:

Sceneggiatura:

Colonna sonora:

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Informazioni sull'Autore

Charlize Terùn

Emersa come dea ermafrodita dall'oro liquido sospirando "J'Adore", ha deciso che le piacque e piace tutto, compresa e in primo luogo la propria ambiguità. Quando la società imperialista le impedisce di vedere almeno 7 film a settimana diventa FURIOSA.

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