Hai mai visto Lock & Stock?
No di che parla?
E’ la storia di due ladri che devono rubare una coppia di fucili da collezione.
Mh.
Anzi una banda vuole rubare soldi e droga a degli spacciatori.
Ok.
IL FIGLIO DI STING VA A FARE UNA PARTITA A POKER CON HARRY L’ACCETTA.
Ora hai la mia attenzione!
Ah e un tipo con una strana acconciatura dà fuoco a… Va bene basta da qui ci penso io.
Incipit straordinario quello di Lock & Stock ma datemi retta quando vi dico che va sempre meglio. Come avrete intuito è uno di quei film con più storie che si intrecciano come se Dio, che in questo caso è Guy Ritchie, avesse posizionato le pedine ognuna al posto giusto perché la macchina funzioni e funziona alla perfezione senza complicazioni non necessarie come in altri film del genere.
Avete presente quei registi che sanno valorizzare una faccia?
Ecco questo è uno dei casi. Quando i volti, che non so davvero dove li abbia trovati ma sono belli ignoranti, riescono a trasmettere più dell’arte recitativa. Da Jason Statham prima di fare i film da duro, fino a Vinnie Jones, ex giocatore di calcio, prestato al film in una parte indelebile. Ma in fin dei conti Lock & Stock è un pulp, quindi senza dialoghi accattivanti, una colonna sonora impeccabile e lo stile inglese-geniale-cafone-urbano che riassumerei in un più sintetico “Ritchie”, le sole facce non sarebbero bastate a rendere.
Film da “tutto d’un fiato” che sembra superficiale ma ne vedi tutta la bravura. Grottesco, violento divertente e cinico, Lock & Stock, predecessore del più famoso Snatch, è un diamante grezzo, unico, un giovanotto scapestrato, uno di quei cult che ti cambiano non per il contenuto, che è tutto tranne che profondo, ma per lo stile che ha fatto storia.
Ah, c’è davvero Sting.