Fun fact su I Goonies: durante le riprese, il regista Richard Donner voleva cogliere la reazione autentica dei ragazzi quando vedevano la barca di Willie per la prima volta. Per questo non gliela fece vedere finché la telecamera non cominciò a girare. Ma non appena se la trovarono davanti in tutto il suo splendore, i ragazzi espressero il loro apprezzamento con un sacco di parolacce che no, non erano sul copione. Insomma, la scena venne scartata.

È un po’ il medesimo escamotage cui aveva pensato Ridley Scott qualche anno prima per far cagare sotto la crew della Nostromo in Alien, quando John Hurt dà alla luce l’orrendo serpentaccio.

Quel che voglio dire è che, da quando si usano esclusivamente gli effetti speciali computerizzati – salvo qualche eccezione – un elemento importante ha lasciato il cinema, almeno fra gli addetti ai lavori: il genuino stupore.

I Goonies e il genuino stupore

Fino a qualche decennio fa, gli attori recitavano con veri mostri dentro palazzi e astronavi, non davanti a un green screen. Non dovevano immaginare di trovarsi in un ambiente fantastico, perché erano già lì. Adesso i magazzini abbondano di strani congegni meccanici, di immense aule e corti impolverate, mentre Andrew Serkis non riesce a ricevere un cavolo di Oscar perché recita in una ridicola tutina.

Adesso il vecchio Yoda è stato sostituito da baby Yoda.

Non sono un tipo nostalgico, intendiamoci. Però, ecco, il sentimento che si prova – a tutte le età – ancora oggi guardando I Goonies è lo stesso che hanno provato i ragazzi davanti a quella maledetta nave pirata – la Inferno – dimenticata nella grotta delle meraviglie.

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