Bambini. Piccoli? Indifesi? Innocenti? Nemmeno un po’
Il cinema Horror da sempre ci mette in guardia sul potenziale malefico di alcuni bambini. Certo, la maggior parte delle volte il tutto si riconduce a cause di forza maggiore, come una possessione demoniaca, la più innata tra le forme di malvagità, capace di far rabbrividire anche Jack lo squartatore. Dorothy Mills è una bambina irlandese, carina, biondissima, con una deliziosa pettinatura vintage e una personalità oscura; una psichiatra infantile, interpretata da Carice van Houten, cercherà di capire la sua complessa personalità. Un film a basso costo diretto dalla regista francese Agnès Merlet.
Jenn Murray è la giovane Dorothy, la sua caratterizzazione rispecchia le atmosfere malinconiche e suggestive tipiche dei paesaggi irlandesi. I nostri occhi sono abituati ai thriller americani, gli effetti speciali, le scene splatter e i jumpscare. In Dorothy Mills non c’è niente di tutto ciò. Quello di cui vi parlo qui è un film particolare, cupo, inquietante, dalla fotografia molto suggestiva. Tutti elementi che evitano di far finire la pellicola nel limbo dei thriller prevedibili e telefonati. Scena dopo scena, ci addentriamo negli anfratti più oscuri della mente di Dorothy, e ci lasciamo travolgere dal susseguirsi della vicenda così come ci travolgerebbero le onde impetuose da bandierina nera del mare Forza 9 che sbatte sugli scogli della costa irlandese. Una malattia mentale, quella di Dorothy, che riesce paradossalmente a mettere in risalto la “malattia culturale” della comunità in cui vive: chiusa, bigotta e isolata.
Sta a voi giudicare se la banalità del male si può celare in una bambina di soli 12 anni.
La paura è un sentimento umano, che si imbatte in noi senza il nostro consenso. Ma se c’è una cosa che davvero terrorizza tutto il pubblico è il male intriso nei bambini. Cosa ci fa paura? Il buio? I pagliacci psicopatici? I serial killer? Può darsi, ognuno si sceglie i propri demoni interiori. Ma se la malvagità è racchiusa in un bambino la nostra mente sussulta dal terrore, perché nel nostro immaginario il bambino è sinonimo d’innocenza e di purezza. Dorothy Mills è imprevedibile proprio come il clima della sua Irlanda.
Come si fa a distinguere il buono dal cattivo? Perché si cerca sempre di catalogare le persone solo come buone o cattive? Perché non si ammette che la crudeltà e la bontà convivono in ognuno di noi? Dorothy Mills è un film introspettivo, la nostra psiche porta a pensare che la cattiveria è nascosta in un mostro, ma è curioso soffermarsi a riflettere che Dorothy è irlandese proprio come Oscar Wilde: il primo che ebbe l’ardire di mostrare il male racchiuso nella bellezza e nell’innocenza.