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American Psycho (2000)

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American Psycho di Mary Harron è il film definitivo per chi si sente particolarmente polemico, tanto da criticare la società capitalista a partire dal punto di vista di un uomo bianco, ricco e spregevole.

Non è solo un titolo che suona benissimo, American Psycho di Mary Harron è la descrizione perfetta di quel fischio improvviso che sentiamo quando la morale borghese ci obbliga a tacere la profonda insoddisfazione di trovarci in un luogo apparentemente desiderabile. Non so chi di voi abbia mai provato questa sensazione, ma vi prego di unirvi a me, allo scrittore Bret Easton Ellis e alla regista Mary Harron e di condividere il vostro trauma prima che sia troppo tardi. Comincio io.

Ricordo che da piccina, quando non potevo rimanere sola a casa ed ero costretta ad andare in comunità neocatecumenale con mia mamma, nella solennità di quelle messe la cui austerità mi raggelava le ossa e mi ammutoliva il cervello, a volte provavo una sensazione specifica: quella di impazzire. L’immagine ricorrente era quella di interrompere la litania corale cui partecipava anche mia madre accanto a me su quelle panchine fredde e prive di qualsiasi peculiarità: sarei andata al portone d’ingresso e avrei attraversato la navata centrale urlando e con le braccia in aria!

Non che la follia omicida misogina, classista, specista e razzista di un uomo bianco adulto sia paragonabile con le fantasie di una bambina oppressa da un clima di incomprensibile serietà, ma se è vero che dentro ognuno di noi c’è un fanciullino, è così che deve essersi sentito il protagonista di American Psycho. Il film, in effetti, dipinge perfettamente il clima mentale di Patrick Bateman: una mente che abita in un superattico newyorkese, circondata dalla futilità della vita al vertice di quello che si suppone essere il luogo più alto e privilegiato dell’intera catena economica al livello mondiale ma di fatto circondata da un sostanziale horror vacui fatto di gare al biglietto da visita più elegante e dimostrazioni di prestigio sociale verificate dal fatto di poter prenotare per la stessa sera due posti al ristorante più in della metropoli.

American Psycho (film) - Wikipedia

Lo so, vi mancano il sudore, gli occhi pazzi e il bel camice bianco sul completo elegante di Christian Bale tutto pregno di sangue, per darvi un’idea della glaciale freddezza con cui i pinguini dell’upper class newyorkese  pensano di trattare il mondo. Avrei potuto scrivere così: American Psycho è quel film in cui Bale è un killer psicopatico schifosamente ricco che, pur essendo vittima della sua stessa connivenza con un sistema gerarchico e capitalista, è carnefice assoluto di tutte le persone su cui ricade la sua feroce frustrazione. Ma, offrendoci il suo punto di vista, Harron trova nel cinema uno spazio di redenzione per tutti.

D’altra parte: se i film non servono a combattere il sistema a tutti i livelli di frustrazione che mestiere avrebbe fatto Charlie Kaufman?

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Mia Ansia-Love

Quando pensi che il romanticismo non faccia per te e poi t'innamori dei film francesi, quando ti senti un'immigrata perenne e poi ti dicono "radical chic", quando studi il pensiero degli uomini per poi accorgerti che le donne sanno già tutto da sempre nasce Mia Ansia-Love: una persona che dirige l'ansia per poterla amare.

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