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24: ovvero, una giornata come un’altra nella vita di Jack Bauer

24

In 206 ore Jack Bauer ha ucciso 309 persone e salvato il mondo 9 volte. E voi che fate nella vita?

Tra le numerose serie TV simbolo della prima decade del nuovo millennio, 24 è di sicuro tra le più innovatrici e antesignane. Per concept, regia e per alcuni eventi politici narrati che in un certo grado si sono poi verificati. 9 stagioni per un totale di 204 episodi e un film TV (2001-10, 2014) composti di pura adrenalina, ritmi serrati e patriottismo americano. E poi c’è Jack Bauer.

Ogni stagione copre l’arco narrativo di 24 ore, un’ora per episodio, senza stacchi temporali se non quelli per le pubblicità. Un’ora esatta di palinsesto televisivo che narra un’ora esatta di tempo. Altro marchio di fabbrica della serie è l’uso dello split screen, per raccontare eventi in contemporanea.  Tutto concepito per mantenere un livello di tensione sempre alto. Un lavoro di scrittura e regia che non permette mai a noi che guardiamo di rilassarci. Se in 24 c’è un momento di tranquillità, qualcosa di tremendo succederà di lì a pochi secondi. Sicuro, garantito al limone. E poi c’è Jack Bauer.

Vari sono i personaggi e le entità ricorrenti che formano lo scheletro di ogni stagione di 24, tutti in qualche modo collegati.

  • Un terrorista che vuole distruggere il mondo. Poco importa che sia russo, cinese, islamico o americano (insomma… i nemici dell’America sono quelli, un po’ di qualunquismo spiccio buttato lì). C’è sempre qualcuno che un bel mattino si sveglia e decide che il popolo americano usurpatore delle libertà e affamatore di popoli deve morire. Vuoi per vendetta o per qualche ideologia fondamentalista estrema, c’è sempre una bomba nucleare, un dispositivo che controlla tutte le armi mondiali o la minaccia di un’epidemia pronti a fare stragi di anime e di cuori.
  • La CTU. Nel mondo di 24 esiste l’Unità di Anti Terrorismo, un’agenzia governativa che ha al soldo informatici con competenze e strumentazioni tali che con qualche battuta compulsiva di tastiera a caso è in grado di sapere nel giro di qualche secondo chi sei, dove abiti, chi conosci, cosa hai mangiato tre anni fa, quante volte in vita tua non hai vidimato il biglietto dell’autobus, quante volte hai fatto sega a scuola e la totalità dei soldi che hai rubato dal borsello di tua madre fino al compimento della maggiore età. L’FBI a braccetto con la CIA può accompagnare solo.
  • Il Presidente degli Stati Uniti d’America. L’intrigo e gli intrecci politici americani completano il quadro esplosivo di 24. Se la serie può essere tacciata, per alcuni sviluppi di trama, di essere spesso semplicistica e pretestuosa al servizio della spettacolarità, lo stesso non si può dire del quadro politico che fa da sfondo a tutta la vicenda. Col senno di poi, la serie si è resa scaltra premonitrice di eventi e di dibattiti che sono avvenuti (e che avverranno) nella nostra realtà. Il Black President, la Madame President, il Mad President, l’Old President… La minaccia nucleare, il pericolo dell’epidemia, il dibattito sui droni da guerra, tanto per dirne qualcuno.
  • E poi c’è

Jack Bauer

All’inizio del nuovo millennio quello scapestrato figlio di papà di Kiefer Sutherland fece bingo. Ha delineato con successo i panni dell’agente operativo più cazzuto al mondo con la stessa nonchalance con cui Hugh Laurie ha zoppicato per otto anni.

Jack Bauer è il fulcro imprescindibile di 24, un perfetto paladino americano moderno, dalla lealtà granitica nei confronti di ciò che è giusto (o leggasi politically correct). Gentile e malinconico con i buoni, un vero inferno con chiunque attenti alla sicurezza di gente innocente. Qualsiasi attentato ci sia, troverà una soluzione operativa funzionale, anche se è impegnato a torturare qualcuno su un aereo che sta precipitando con una bomba nucleare all’interno.

Jack Bauer ci piace perché è concentrazione pura, totale dedizione alla missione da compiere, e non importa se ci sono da forzare tutti i protocolli di sicurezza esistenti al mondo; perché lui le cose le chiede sempre gentilmente, ma pare che tutti si divertano a farlo incazzare, e allora passa direttamente alle torture; perché quando gli sentiamo dire “I give you my word”, possiamo star certi che non sono parole buttate al vento; perché quando le cose si complicano, il massimo del suo sfogo è “Damn it!”; perché è divertente sentire il terrorista di turno dire “Jack Bauer? Nah, tranquilli… non sarà un problema”; ma ci piace soprattutto perché è di base un uomo che vorrebbe essere lasciato in pace, che in più di un’occasione mostra il suo lato più fragile e disperato. Ma sfortuna vuole che possieda tutte le skills che ogni militare vorrebbe e che non riuscirà a ottenere in tre vite. E così ogni volta finisce per salvare il mondo, e a distruggere consapevolmente quelle poche speranze di una vita pacifica. La missione è la missione, “whatever it takes”. Per farvi capire quanto sia cazzuto Jack Bauer, vi basti sapere che i fan hanno scritto su di lui numerosi facts, allo stesso modo del più grande esperto di calci rotanti al mondo.

Mi piacerebbe tanto rinchiudere in una stanza Jack Bauer, John Wick e Chuck Norris insieme. Tutti particolarmente incazzati. E vedere cosa succede.

Per concludere, non è una serie per chi cerca realismo, né per deboli di cuore; ma se vi sentite particolarmente annoiati, e volete vedere qualcosa che vi garantisca il cuore palpitante dall’inizio alla fine, 24 è quello che fa per voi. E poi c’è Jack Bauer.

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Robert De Lirio

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