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Recensioni

John Wick (2014)

Venite per i cuccioli, restate per le botte, il sangue, le pistole pum pum pum madonna che bordello grande John ammazza tutti!

Prima di cominciare devo fare due precisazioni: la prima è che se siete cat people allora forse John Wick non è il film più adatto a voi, la seconda è che questo potrebbe diventare un articolo di apprezzamento verso Keanu Reeves. Immagino però lo abbiate già capito dalla foto.

Se invece il vostro feed social è inondato, come il mio, di cagnolini in tutte le salse, allora questo è il vostro nuovo film preferito e quello che odierete di più. Perché la premessa da cui parte John Wick è una delle più stupide mai viste in un film, ma è realizzata in modo semplice, chiaro e soprattutto breve. Perché questo è un film d’azione e noi non siamo qui per le coccole, vogliamo vedere Keanu che spacca culi come ai tempi di Matrix. E porca miseria se lo vedremo. Ma prima, la premessa.

È morta la moglie di John/Keanu, così, de botto, in apertura. Cavolo ma non ho avuto manco il tempo di familiarizzare col personaggio. Non importa, è solo un pretesto, perché dopo la morte fa recapitare un dolcissimo cucciolo a casa dell’amato per donargli un barlume di speranza. Oh, ovviamente aveva organizzato tutto prima di morire, non è che nell’aldilà hanno un servizio di puppies a domicilio, anche se credo sarebbe la definizione perfetta di paradiso. Questo gesto d’affetto incommensurabile e quel musetto, che voglio dire guardatelo amorino lui, vi legano subito al personaggio in meno di cinque minuti. Qui arriva la svolta più stupida del mondo: Alfie Allen, ovvero Theon Greyjoy, che fa il figlio di papà russo arriva e ruba la macchina di John Wick e gli ammazza il cane, solo perché non glieli ha voluti vendere.
Ora, non voglio fare quello dal palato fine e ripetere di nuovo quanto insensata sia questa cosa (oops l’ho appena fatto), ma voglio invece sottolineare quanto poco ce ne possa fregare, perché John Wick è un film d’azione, ed è quella che vogliamo. Così come la vendetta su ‘sto pezzo di fango per aver ucciso quel dolcissimo cucciolo. Sangue, botte, fuoco, pistole, combattimenti coreografati alla perfezione e tradimenti sono la portate principali e sono deliziose e stilose. Perché John è in realtà un killer coi controcazzi e mo ve sfonda. Il mafiosetto mocciosetto non sapeva che nell’ambiente lo chiamavano Baba Jaga, più o meno l’equivalente russo del nostro uomo nero. E come ci insegna Proietti, la morale è che a Baba Jaga nun je devi cacà er cazzo.

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