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Un giorno di ordinaria follia (1993)

Un giorno di ordinaria follia

Il film perfetto per quei giorni in cui la vostra frustrazione è a livelli cosmici e vorreste spaccare tutto, ma non potete farlo perché la prigione è brutta.

Avete presente quelle mattine in cui avete appena aperto gli occhi e il vostro primo pensiero è: “oh cazzo, pure oggi mi sono svegliato e mi tocca proseguire questa farsa di vita di merda fatta di ripetizioni e delusioni e noia e dolore e fastidio, porco cazzo”?

Cioè, in sostanza, avete presente la mattina? Ecco, Un giorno di ordinaria follia potrebbe tranquillamente essere stato ispirato da questo ragionamento. Parafrasando un po’ la storia, Paolo Bonolis (io giuro che una volta notata la leggera somiglianza tra Michael Douglas in questo film e il conduttore romano vi sarà difficile non pensarci di continuo) una mattina di luglio si ritrova imbottigliato sul Grande Raccordo Anulare all’altezza dell’Ardeatina, dove si crea sempre un vortice dimensionale di stronzi che vanno tutti nella stessa direzione.

Paolo è stanco, pensa che dovrà affrontare la solita stessa giornata: registrare programmi con personaggi al limite della percezione razionale umana in compagnia della fastidiosa voce dell’ormai compagno di vita Luca Laurenti. In una citazione felliniana vede le persone intorno a lui dare sempre più in escandescenza in un trionfo di clacson e invocazioni della Madonna e all’improvviso qualcosa nell’equilibrio del suo cervello si spezza e decide di scendere dalla macchina e sfogare tutta la sua rabbia e frustrazione andando in giro armato, mettendo a ferro e fuoco la città da Fioranello alla Bufalotta, con il tentativo ultimo di riconquistare o stroncare definitivamente l’amore della propria famiglia, ormai allontanatasi a causa dei suoi continui viaggi nel mini-mondo.

Per quanto questa sarebbe stata un’interpretazione lecita, in realtà il film diretto da un Joel Schumacher pre-capezzoli di Batman e quindi ancora capace di intendere e di volere, è un giorno di ordinaria follia vero e proprio, ad alta tensione, con un Michael Douglas calato perfettamente nella parte già dal taglio di capelli e a fargli da contraltare un Robert Duvall, vecchio detective all’ultimo giorno di servizio, che merita quantomeno una menzione d’onore. Insomma Un giorno di ordinaria follia è il film perfetto per quei giorni in cui la vostra frustrazione è a livelli cosmici e vorreste spaccare tutto. Se non altro vi aiuterà a capire che quella non è la strada da seguire.

A meno che non siate Paolo Bonolis.

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