Dedico Showgirls a tutte le donne e a tutti gli uomini che sognavano di fare le ballerine e che – non solo – per questa ragione nel 2010 videro Il cigno nero. Ti dicevi: Mila Kunis e Natalie Portman che ballano a teatro, un palcoscenico come setting di un delitto e Vincent Cassel che fa l’homme fatale è tanta roba!
Ma nel 1995 potevamo già trovare questa trina carica sessuale e artistica in Showgirls. E allora perché nessuno ci avvertì? Ecco la nostra vendetta.
Showgirls è un film che vuole mostrare tette, sensualità, avidità, ballo, avventura e sogni senza perdersi nell’inettitudine ormai stanca di Hollywood. L’attrice che interpreta Nomi Malone, la protagonista, è Elizabeth Berkley: una che ad essere una cagnamaledetta di attrice riesce perfettamente il ruolo di cerbiatta ingenua che è anche arrivista e calientapollas. Nomi Malone è una sfacciata lapdancer per la maggior parte del giorno e poi biancaneve e bionda d’animo in improvvisi momenti della sua schizofrenica vita morale. Del tipo: io non vorrei essere così sexy, io voglio fare l’artista! E poi la ritrovi nuda a strusciarsi sul pene di faccia-da-schiaffi-Kyle MacLachlan (l’agente Cooper di Twin Peaks) davanti alla sua amante mezza lesbica e prima ballerina dello show più importante-dell’-intero-mondo (che è anche la copia sputata di Eva Mendes).
Io non vi direi tanto altro. Vi basti sapere che è un film di Paul Verhoeven, il genio di RoboCop, di Basic Instinct e di Starship Troopers. Uno che quando ricevette il premio Razzie al peggior regista divenne la prima persona ad accettarlo e ritirarlo personalmente. Insomma, uno che si diverte e vuol farci divertire, ed è per questo che non sbaglia mai.