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L’angelo azzurro (1930)

L'Angelo Azzurro

1930. Il primo piano di Marlene Dietrich nei cinema tedeschi. Alcuni svennero, altri si indignarono, la maggior parte si convinse di aver visto una divinità.

L’Angelo azzurro è un film tedesco del 1930, anno in cui la Germania non attraversava solo la Repubblica di Weimar ma anche il suo più florido periodo artistico, teatrale e cinematografico.

Ma che cos’è questo Angelo azzurro? Un cocktail? Un’apparizione celestiale? Tutto e niente di questo: è il locale di un sobborgo di Berlino, dove ogni sera appare la ballerina e cantante Lola-Lola, impersonata dalla celestiale Marlene Dietrich. Ora, se non sapete chi è potete fermarvi qui. Altrimenti dovete sapere che ne L’Angelo Azzurro l’indimenticabile diva del muto è al suo primo lavoro cinematografico con il sonoro che le aprì la strada alla fama internazionale.

Come molti, anche io ho avuto dei pregiudizi su ogni film precedente al tubo catodico. È troppo vecchio, in bianco e nero, senza effetti speciali… Beh, vi ricrederete: il bianco e nero e il fascino antico amplificano smisuratamente la bellezza poetica della fotografia. Inoltre se vi piacciono i film girati in un unico posto i film vecchi sono una splendida videoteca in cui curiosare, qui ad esempio vedrete le peculiari sfaccettature dell’ambiente caotico e claustrofobico del locale L’Angelo Azzurro.

Qui prende vita una storia apparentemente molto semplice. Uno stimato professore un po’ avanti con l’età s’innamora della cantante Lola-Lola, che acchittata con cappello a cilindro e calze a rete si trasforma ai suoi occhi in una sirena incantatrice. Soprattutto quando canta la canzone diventata simbolo della pellicola “Ich bin FuB auf liebe eninstelt”, un titolo scandaloso oggi per noi (perché impronunciabile) ma anche all’epoca in Germania per il suo significato: “Da capo a piedi sono orientata all’amore”.

Insomma: L’Angelo Azzurro era un film cult già nei ’30 quando la donna era confinata al focolare domestico. Da italiana e grande appassionata di storia il mio primo pensiero è andato alla figura della donna di Mussolini, orientata dal regime ad essere madre e moglie devota. Ricordiamo, ad esempio, come la nostra Sofia Loren delineò bene il tormento di quell’epoca in un’altra pellicola indimenticabile. Mi piace quindi immaginare come la figura di Dietrich sullo schermo abbia infiammato, prima ancora degli uomini, il cuore delle donne (mio compreso!).

Ed è certamente un super-cult oggi che sappiamo che Marlene Dietrich è diventata la prima icona omosessuale della storia del cinema,

Piccolo appunto del tutto personale, ma significativo: la visione de L’Angelo Azzurro in questo periodo storico non può che aiutare a risollevarci il morale. Anche il film, come abbiamo imparato per ovvi motivi legati alla pandemia, fa riflettere sulla sacralità della libertà individuale e sociale (L’Angelo Azzurro è stato realizzato prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale).

Potete vedere il film interamente su YouTube.

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Lauren Bacult

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