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Il buono, il brutto, il cattivo (1966)

Il buono, il brutto, il cattivo

Il più grande compendio di citazioni da riutilizzare nella vostra festa country.

Dollari

Cosa succede quando sei Sergio Leone e hai appena fatto i tuoi primi due western? Succede che tutta ‘sta voglia di fare western t’è passata. Capirai, dopo tutto quel casino passato negli ultimi due anni pe rimedià du’ spicci… meglio cambiare genere. Succede però che i tuoi western fanno scalpore in tutto il mondo. Succede allora che arrivano gli americani (la United Artists) e invitano ad un bar te e il tuo fedele sceneggiatore Luciano Vincenzoni, e vi chiedono di girare un nuovo western. “Any ideas about the story?

“Un film su tre manigoldi che cercano dei tesori al tempo della Guerra Civile americana”

Sounds good. How much do you want?” “Ehm… 1 milione di dollari?” “We got a deal” (e siamo nel ’66). Il buono, il brutto, il cattivo è nato più o meno così, venduto con null’altro che un soggetto appuntabile su un tovagliolino di carta.

Dollari

Quanto sono belli i soldi. Se hai fatto i miracoli con qualche pugno di dollari, figuriamoci cosa combini quando i soldi non sono più un problema. E quasi per tributo (e per onestà intellettuale), sono infatti il DANARO, la PECUNIA, la CARTAMONETA, l’unico vero motore che muove i tre protagonisti: il Biondo, un vagabondo solitario (Clint Eastwood); Tuco, un banditaccio da strapazzo (Eli Wallach); Sentenza, un sicario spietato (Lee Van Cleef).

Con la certezza di poter fare finalmente ciò che voleva, Leone dipinse con la sua poetica di immagini quello che diventerà il manifesto del genere spaghetti western. Un mondo di sabbia e pistole e poetica desolazione, senza narrativismi e senza eroi, abitato da poveracci e assassini. Sono solo i soldi il tuo ideale, e non ti fai problemi ad impiccare il tuo alleato. Consapevoli della loro natura, i protagonisti mostrano di tanto in tanto la loro umanità, e attraversano un clima di arida anarchia giustificato dall’inutilità e l’ipocrisia della Guerra Civile Americana. “Mai visto morire tanta gente… tanto male” dice il Biondo. Il terzo western di Leone osò descrivere l’inutilità della guerra americana come non si erano mai permessi di fare neanche gli americani stessi. E gli fu possibile solo grazie ai…

Dollari

Diario di lavorazione de Il buono, il brutto, il cattivo. Eventi, spese, imprevisti

  • Realizzato dettaglio sperone. Costruita cittadina e convocate 30 comparse per fondale dettaglio sperone.
  • Girata scena locomotiva. Attori in scena Eli Wallach, Mario Brega. Mandata lettera scuse a Wallach per avergli quasi falciato la testa.
  • Girate scene di guerra in Spagna con 1500 comparse locali dopo approvazione regime franchista.
  • Costruito ponte in legno percorribile da far esplodere. Fallito primo tentativo esplosione. Ricostruzione ponte. Coinvolta squadra artificieri esercito spagnolo. Secondo tentativo esplosione partito in anticipo. Tirati giù tutti i santi del calendario contro il militare addetto all’esplosione. Ricostruzione ponte. Terzo tentativo esplosione riuscito. Mandata lettera scuse a Eastwood per detrito volato a due metri da lui durante esplosione.
  • Costruito cimitero con 10.000 tombe per scena Triello (queste scene non ve le linko… dovete arrivarci e piangere per tanta bellezza).
  • Aggiunta colonna sonora Morricone.
  • Film distribuito nelle sale.

 

Il buono, il brutto, il cattivo è l’ultimo capitolo della Trilogia del Dollaro. Una parabola di successo che ridisegnò  il genere Western. E consegnò Sergio Leone, Clint Eastwood e Ennio Morricone alla storia del cinema, per sempre. Un film da riutilizzare come compendio di citazioni da sfoggiare ogniqualvolta vi metterete un cappello da cowboy in testa.

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Robert De Lirio

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