The Toxic Avenger è un film di supereroi, e qui finiscono le analogie con i suoi omonimi Marvel. Pensavi che un Avenger dovesse per forza essere un fighetto newyorkese in calzamaglia? E invece può essere anche un newyorkese sfigato! Ma uno vero: non un geek post-2010 con la camicia a scacchi, cuffie e iMac da Starbucks: Melvin è uno sfigato Anni ’80, che non sa scrivere mezza stringa di codice, non legge fumetti e per lavoro pulisce i cessi di una palestra mentre giovani aitanti e rifatti lo vessano con giochetti macabri.
Uno di questi scherzi va molto male: il povero Melvin finisce in un barile pieno di ribollente liquido verde che gli ustiona il corpo, lo rende altamente radioattivo e trasforma in orrendo bestione col tutù da ballerina. Un po’ Fantasma del Paradiso, un po’ imbruttito come Hulk, Il Vendicatore Tossico si aggira per i vicoli della cittadina di Tromaville in cerca di malefatte da sventare, e non perché qualcuno gli abbia fatto la lezioncina che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, ma perché – dice lo scienziato del Garden State State Cerebral Reflex Research Center – “il mostro deve aver sviluppato un istinto basilare che lo spinge – e, anzi, gli ordina – di distruggere il male”: e tanto vi basti.
- Nome supereroe/alter ego: The Toxic Avenger/Melvin.
- Poteri: superforza, bruttezza cosmica, voce suadente.
- Nemesi: il palestrato Bozo.
- Buone azioni: smembrato potenziale stupratore di ragazza cieca, arrostito chiappe di quella stronza vipera di Wanda, aiutato vecchietta ad attraversare la strada, preso lo scalpo di criminali di bassa lega e conseguentemente salvato l’unico poliziotto onesto della città, aperto ostici barattoli di arachidi e sbudellato sindaco corrotto.