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Ghostbusters – Acchiappafantasmi (1984)

Ghostbusters

Who you gonna call?

Con Ghostbusters andiamo a toccare un tasto delicato, che va a pizzicare corde emotive molto sensibili per chi fa parte della generazione ’80. Un tasto che non può che attivare un vortice nostalgico dentro di noi. Sfido chiunque sia nato in quegli anni a non ammettere di aver avuto una VHS registrata con questo film intramontabile, piena di interruzioni pubblicitarie che eravamo costretti a mandare avanti col nostro telecomando mezzo rotto. Ghostbusters ti fa sentire a casa, sin dalla canzone che imposta tutto il leitmotiv musicale del film.

Come non si possono adorare gli Acchiappafantasmi? Come non si può ridere di gusto all’ironia pungente del Dottor Venkman, allo stupore infantile di Ray o alla compostezza occhialuta di Spengler? Bill Murray, Dan Aykroyd e Harold Ramis all’epoca fecero bingo. E chi non vorrebbe indossare almeno una volta lo zainetto protonico fatto di strane luci, tubi e congegni meccanici, e sparare il suo raggio cangiante arancione per catturare fantasmini verdastri?

Haunting nostalgia

I Ghostbusters ci perseguitano negli anni. Ne fecero un primo remake qualche anno dopo, molto gradevole: chi non ricorda quel simpaticone di Vigo, il flagello della Carpazia? Ne hanno fatto un remake al femminile, una cosa inguardabile. In Stranger Things parlano di loro. Pare che uscirà il terzo capitolo ufficiale della saga a breve. Accendiamo tutti un cero affinché ne esca fuori qualcosa di quantomeno decente.

Le generazioni che non hanno mai visto questo indiscutibile cult potrebbero persino sorridere di quegli effetti speciali ormai decisamente datati! Ma a noi nostalgici non pesano, anzi, rappresentano il simbolo di un’epoca. Se si compie lo sforzo di guardare oltre gli oggettivi limiti tecnologici di allora, questo è un film che non si può fare a meno di adorare.

La sceneggiatura sorregge un’impalcatura che ha tutto: ironia, personaggi ottimamente delineati, azione, fantascienza, horror. Tutto è dosato, necessario, ben distribuito. Non c’è un singolo elemento che stona. Fatevi un favore, voi che ancora non l’avete visto: regalatevi 105 minuti di puro intrattenimento. Sono sicuro che, anche se non fino in fondo, capirete perché a noi trentenni questo è un film a cui non possiamo davvero rinunciare.

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Robert De Lirio

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