“Non t’aregge de fa un film co Michael Cera che fa a botte” disse Universal, “tipo?” rispose Edgar Wright. “Una roba de fumetti, Scott Pilgrim” asserì la casa produttrice. Dalle labbra del regista che aveva appena stupito tutti con L’Alba dei Morti Dementi uscì una parola e una sola: “daje”.
Questa più o meno è la conversazione che immagino abbiano avuto Universal ed Edgar Wright, se fossero stati personaggi di Boris e quindi più veri del vero. La verità è che serviva uno in grado di cogliere la locura di un fumetto come Scott Pilgrim, ed Edgar Wright era il René Ferretti all’altezza della situazione. Scott Pilgrim vs. the World è quindi un meraviglioso ibrido tra film e fumetto, ovviamente, ma anche videogioco. La prima cosa che compare nel film è infatti l’intro di Universal in 8 bit. A me, aveva già convinto da subito.
Solo la freschezza registica di Edgar Wright poteva coniugare una forma e una sostanza così distanti. Ad aiutarlo certo c’è un cast super cult in rampa di lancio. Un Michael Cera perfetto nella parte del bassista triste, una Mary Elizabeth Winstead che rappresenta l’archetipo della ragazza alternativa (Ramona Flowers ti amo anche se sei un personaggio di fantasia, spezzami il cuore), una Aubrey Plaza appena scoperta in Parks and Recreation, una Anna Kendrick prima che cantasse sbattendo i bicchieri, un Chris Evans pre Capitan America, una Brie Larson pre Oscar, un Kieran Culkin fratellino di Richie Rich e un Jason Schwartzmann che non ha bisogno di introduzioni. C’è perfino il cameo di The Punisher, ovvero Thomas Jane, e Clifton Collins Jr. come agenti della Polizia Vegana. C’è del genio in tutto ciò.
Cos’è però veramente Scott Pilgrim vs. the World, oltre ad un film in cui un secco fa a botte con energumeni per conquistare il cuore della ragazza dei miei sogni (Mary Elizabeth Winstead ti amo, sono pazzo di te, ti prego facciamo all’amore)?
Scott Pilgrim vs. the World è un saggio breve sulle relazioni nel ventunesimo secolo e il disagio e le ansie che le accompagnano. Uno studio frizzante e divertente sulla dinamica ex-rimpiazzo-nuova/o ragazza/o e sul bagaglio sentimentale che tutti si portano dietro. Solo che in questo caso quel bagaglio cerca letteralmente di ucciderti, perché sono sette ex bastardi che, come i boss alla fine dei livelli di un videogioco, vogliono impedirti di raggiungere il tuo obiettivo. Ma, in fondo, se avete provato a corteggiare qualcuno ultimamente in questo mondo di ansie e disagio, fare a pizze con sette ex non sembra poi così spaventoso.
[…] una sfumatura videoludica non guasta mai, Scott Pilgrim docet. Quindi vi beccate pure l’uccisione zombie della […]