Le gioie di una famiglia unita, gli spensierati giochi tra fratelli, la cura dei genitori nello sviluppo sano della prole: di questo e molto altro non troverete la minima traccia in Kynodontas (conosciuto nel circuito internazionale come Dogtooth ovvero “canini”).
Al suo secondo film, Yorgos Lanthimos si chiede fino a che punto può spingersi il potere di un padre sui figli. Tale domanda assume in Kynodontas contorni drastici: siamo oltre la ferrea educazione, oltre abusi, manipolazioni, cinghiate e maltrattamenti. L’incesto è l’ultimo dei problemi di questi ragazzi, davvero. Cristo, la sorella maggiore si chiama Bruce!
Ci vogliono due kynodontas così per affrontare il mondo
Il padre, nel film, tiene due sorelle e un fratello (con la madre succube complice) sin dalla loro nascita completamente scevri dal mondo. Racconta loro che fuori dalla recinzione ci sono mostri mangia-uomini (i gatti), che la voce di Frank Sinatra al grammofono è solo il nonno che canta, che gli aerei sono in realtà solo poco più grandi di quando li vediamo volare in cielo. Elimina libri, televisione e film. Elimina parole “pericolose” come viaggio ed escursione. Dice ai figli che potranno uscire solo quando saranno pronti, e che saranno pronti quando perderanno i canini (da qui il titolo).
Per lui non c’è differenza fra addestrare un cane ed educare un figlio. Avete mai conosciuto dei genitori così? Io sì, quasi. In Kynodontas, Lanthimos delinea con cinico rigore una realtà assurda eppure plausibile, per nostro godibilissimo disagio. Quanto ci vorrà perché uno dei tre figli sbrocchi definitivamente? Poco: basteranno giusto un paio di VHS.