Su Isla Nublar, un’isola al largo della Costa Rica (del Costa Rica?), un multimilionario decide di aprire un parco di divertimenti, ricreando i dinosauri grazie ad avanzatissime tecnologie e campioni di Dna ritrovati in zanzare fituse di tanti anni fa. Alcuni esperti del settore si recano sull’isola per valutare l’esperimento e approvare il progetto.
Ovviamente crolla tutto molto velocemente.
In breve Jurassic Park è questo, ma c’è molto di più.
Che piaccia o meno, Steven Spielberg ha regalato a tre generazioni diverse almeno un film che ha segnato la loro infanzia. Per chi da grande non diventa un paleontologo, quella dei dinosauri è una fissa strettamente collegata con l’infanzia. Dal 1993 in poi però è cambiata la concezione dei dinosauri, o meglio, è diventato impossibile scindere i lucertoloni da Jurassic Park.
Ogni volta che qualcuno nomina un velociraptor voi vi trasformate automaticamente in Alan Grant e mettete in guardia tutti della loro pericolosità, sti bastardi figli ‘e ‘ndrocchia.
Almeno una volta nella vita avete corso per casa o, dio non voglia, sul posto di lavoro, a scuola o in un luogo pubblico, imitando un T-Rex o un velociraptor.
Magia animalista
Quello che più rimane però, a distanza di anni, è quella sensazione di magia che fa tornare bambini ogni volta che John Hammond pronuncia la frase “Benvenuti al Jurassic Park”. Questo perché Jurassic Park è una sorta di “punto di non ritorno” per gli effetti speciali. Grazie a questo cult la computer grafica è stata sdoganata nel mondo del cinema, ottenendo risultati sempre più sbalorditivi.
Rispetto al libro di Michael Chricton da cui è tratto, Jurassic Park perde molta carica di violenza. Ogni volta, però, che questa viene mostrata in video da Spielberg non è mai fine a se stessa, ma è giustificata da un istinto naturale. Perché sì, il grande merito di Jurassic Park è quello di essere un film che intrattiene e sbalordisce, ma allo stesso tempo si interroga su questioni morali ed etiche e risulta alla fine della fiera come una sorta di manifesto animalista.
Quindi non vediamo l’ora di vedere l’imitazione del T-Rex dell’Onorevole Brambilla.