Estate 2011.
Vado al cinema a vedere Dio solo sa cosa. Iniziano i trailer e tra le varie sporcizie propinate c’è questo Drive, un film di macchine che corrono e crimine. C’è il tizio che agitava male le mani quando litigava con la fidanzata in quel film per ragazzine tratto dal romanzo per ragazzine dello scrittore quello famoso per ragazzine (nell’ordine: Ryan Gosling, Le Pagine Della Nostra Vita, Nicholas Sparks). Ho la patente da poco più di sei mesi e il mio mentore è Dominic Toretto. Ingenuamente, il 30 settembre mi presento in sala aspettandomi il nuovo Fast & Furious.
Non potevo rimanere più deluso.
Non mi godo il film, volevo i salti mortali carpiati raggruppati con 7 avvitamenti e mezzo con le macchine.
Passano tre mesi e Drive esce in Dvd. Ci penso, poi decido di dargli una seconda chance e lo compro.
Non avevo capito un cazzo. Non è un film d’azione, ma un western urbano.
Drive: Violenza e Vintage
Ryan Gosling, autista di rapine semi-muto che gira con una giacca da stuntman e ti dà cinque minuti per fare le tue robe, è l’eroe solitario, che al posto del cavallo ha una macchina potente. Se Gosling prima era considerato solo come l’attore da commedie romantiche, con Drive dimostra al mondo di essere in grado di reggere un film con pochissime battute. Nicholas Winding Refn si presenta finalmente al grande pubblico, dopo essere stato il regista preferito di quello che al Collettivo di Lettere aveva l’erba più buona, e lo fa con un film intrigante, sospeso quasi fuori dal tempo. Dalla colonna sonora ai titoli di testa, tutto grida “anni ’80”, ma Drive non si ferma lì.
Quello che a Refn riesce meglio è l’uso della violenza in ottica catartica, ma non vi dico altro per non rovinare la forza di alcune scene. Da lodare è anche l’interpretazione di due attori che nella Hollywood degli anni ’10 si stanno ritagliando sempre più spazio e che qui interpretano moglie e marito: Carey Mulligan e Oscar Isaac.
E poi c’è Bryan Cranston. Bryan Cranston migliora qualsiasi cosa.
P.S. Mi sono ricordato che film era il “Dio solo sa cosa”. Era Tekken.
Chiedo scudo.