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Jennifer’s Body (2009)

Jennifer's Body

Di quella volta che la ragazza più popolare del liceo fece incazzare il celeste Spielberg.

Questa è la storia di Jennifer’s Body e di come quella brutta persona di Steven Spielberg affossò il film e la carriera di Megan Fox. Tutto inizia nel 2009, quando Fox si trova in tour per la promozione di uno dei pochi horror scritti e diretti interamente da donne. All’attrice, al tempo legata per contratto al franchise di Transformers di cui Spielberg era produttore esecutivo, chiedono in conferenza stampa del suo rapporto con il regista Michael Bay. Lei risponde senza mezzi termini: nella vita quotidiana è come uno strano bambino incapace di avere normali relazioni umane, ma durante le riprese è praticamente Hitler, un nazista del set.

Certo, non forse i termini migliori per definire il tuo capo in pubblico (anche se accurati nella maggior parte dei casi!) ma Fox e Jennifer’s Body non meritavano quello che successe dopo. I news outlet diedero molto risalto alla dichiarazione, e poco dopo l’attrice venne licenziata dal franchise Mattel. Due anni dopo uscì Transformers: Dark of the Moon, meglio conosciuto come Transformers: quello senza Megan Fox. La fuoriuscita di Fox fu voluta – a detta dello stesso Bay – direttamente per volontà del celeste Spielberg.

Nel frattempo, la stampa USA era già pronta a massacrare Jennifer’s Body senza neanche averlo visto. Le recensioni furono impietose. Dalla sceneggiatrice di Juno ci si aspettava un’altra cosetta indie insignificante ma che piacesse a tutti. In pochi – ma qui la colpa fu anche del marketing – si accorsero dell’ottima performance di Megan Fox, abituati tutti com’erano a vederla come bambolona in Transformers.  Nessun critico fu in grado di vedere il potenziale del film, che mischia horror e satira sociale fuori dai canoni di Scream e tratteggia magnificamente il rapporto di amore-odio di due amiche d’infanzia.

Nemmeno il premio Pulitzer Roger Ebert capì (pur non riuscendo a negare le tre stelle al film) descrivendo Jennifer’s Body come un Twilight per maschietti e titolando “ragazza popolare diventa cattiva e comincia a divorare carne di teenager”. Assurdo non fare due più due e dimenticare di sottolineare che la ragazza più popolare della scuola inizia a divorare ragazzi dopo essere stata rapita e sacrificata a satana da una band emo, con chiari riferimenti a un possibile stupro (la scena non è prettamente horror, ma una delle più terrificanti che abbia mai visto).

Anni dopo, sull’onda del movimento Metoo è diventato un cult non solo dell’empowerment femminile. Una nuova critica più eterogenea e imparziale gli ha reso giustizia, definendolo un classico dell’horror.

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Informazioni sull'Autore

Charlize Terùn

Emersa come dea ermafrodita dall'oro liquido sospirando "J'Adore", ha deciso che le piacque e piace tutto, compresa e in primo luogo la propria ambiguità. Quando la società imperialista le impedisce di vedere almeno 7 film a settimana diventa FURIOSA.

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