Checult

Avvia Cult-O-Matic
Recensioni

Frozen – Il regno di ghiaccio (2013)

frozen

Let it go: la potenza divina della sorellanza.

C’è stato un tempo in cui avrei semplicemente detto che Frozen è il film d’animazione col maggiore incasso nella storia del cinema e avrei elencato i riconoscimenti attribuiti al film con i due Oscar, il Golden Globe, il BAFTA e l’Annie Award. Ma così facendo avrei indotto tutti a credere che Frozen sia paragonabile ad altri film Disney che sono semplicemente dei capolavori del cinema d’animazione. Per molti versi, in effetti, Frozen non è paragonabile alla maestosità grafica de Il Re Leone, alla ricchezza delle musiche de La Sirenetta o all’urgenza sociale di grandi narrazioni come quelle di Pocahontas, di Dumbo, di Mulan o anche de La principessa e il ranocchio. No, Frozen non ha scalato alcuna classifica, se n’è semplicemente fatta una tutta sua!

In primo luogo va detto che con Frozen piangi ininterrottamente: t’intristisci all’inizio, quando Elsa e Anna vengono separate, piangi quando Elsa si chiude nel suo castello di ghiaccio temendo di ferire Anna e ti disperi davanti alla perseveranza di Anna che non rinuncia a partecipare della vita emotiva della sorella.

Insomma: La regina delle nevi (così si sarebbe dovuto chiamare il film quando fu concepito negli anni Quaranta) è una donna cattiva che rifiuta l’aiuto della principessa (sua sorella) condannando tutti a soffrire il suo freddo glaciale. Per tutta risposta la principessa lotta contro l’élite e tutta la società per andare letteralmente oltre il castello di ghiaccio in cui si è rinchiusa la regina e condividere il suo dolore per liberarla dalla sua condanna: quella di dover reprimere tutto il suo potere. Quando si era visto nel magico mondo Disney una roba così? Cosa sarebbe successo se Biancaneve avesse fatto lo stesso con la Regina?

Frozen Il regno di ghiaccio (2013)

A intervallare l’altrimenti straziante storia di Elsa e del rapporto con la sorella Anna, subentrano personaggi divertenti ma non banali. Sulla struttura dei caratteri, in effetti si regge la potenza di Frozen. Scaltrezze di Palazzo, domande esistenziali, coscienza personale e responsabilità emotiva: attraverso i diversi caratteri, decisi, peculiari e mai statici, Frozen si attesta come il film Disney possibilmente più consapevole della differenza – non solo fra classi sociali ma – fra tutti i vari contesti individuali. E, benché siamo ancora lontani dal rappresentare la varietà delle relazioni amorose fuori da quella etero, possiamo dire di esserci liberati del principe azzurro come immobile oggetto di desiderio di una principessa sognante sotto l’incantesimo del matrimonio. Qui le valorose protagoniste sono Elsa e Anna e il vero amore è quello sororale.

Non da ultima l’ambientazione straordinaria che dà senso alla magnificenza e alla forgiatura dei caratteri della regina e della principessa, resa possibile grazie al grande lavoro di ricerca che il team creativo ha svolto sui fiordi di Geirangerfjord e Sognefjord in Norvegia, sul comportamento della neve in Wyoming e sugli interni della fortezza di Akershus e dell”Hôtel de Glace, rispettivamente a Oslo e nel Québec.

FROZEN (2013)

Letteralmente, come si comporta “la neve”.

Con Frozen la Disney ha realizzato una magia che da molto tempo ormai non sapeva più rianimare il nostro mondo disincantato: ha ridato memoria alla potenza fluida, immanente e universale, che come l’acqua, abita i nostri corpi già da prima che avessero questa forma, da prima che la volontà personale ci legasse con le persone intorno a noi.

Lascia un Commento

Informazioni sull'Autore

Mia Ansia-Love

Quando pensi che il romanticismo non faccia per te e poi t'innamori dei film francesi, quando ti senti un'immigrata perenne e poi ti dicono "radical chic", quando studi il pensiero degli uomini per poi accorgerti che le donne sanno già tutto da sempre nasce Mia Ansia-Love: una persona che dirige l'ansia per poterla amare.

Checult

cultomatic_mock

...Attendere...

Cultomatic sta cercando il miglior cult in base alle tue preferenze, Attendi....

? min .
Checult Checult

Anche se sono buoni, sappiamo che i cookies fanno male ai denti: promettiamo di distribuirne con discrezione. Nun me fido

I nostri cookie sono gluten free e servono a rendere l'esperienza più appetibile. Se rimani con noi senza modificare le impostazioni accetti di compromettere la tua dieta.

E vabbè