La donna perfetta di Gone Girl – L’amore bugiardo si chiama Amy Elliott-Dunne (la magnifica Rosamund Pike), e non ha avuto infanzia facile: è cresciuta ispirandosi all’idea che di se stessa hanno i milioni di lettori della serie Mitica Amy. Sono libri che i suoi genitori – famosi psicologi della New York bene – hanno scritto per capitalizzare il proprio metodo educativo da provetti liberal. La Amy di carta è irreprensibile, bionda, bella, intelligente e curiosa, il sogno di ogni mamma e dei papà la principessa.
La Amy in carne ed ossa è tale e quale, salvo un difetto: giunta ai trent’anni ha perso il lavoro e il marito Nick (Ben “faccia da schiaffi” Affleck) l’ha trascinata nel provinciale Missouri per stare vicino a mammà, e per giunta la trascura. E così passa tutto il giorno a casa, a fingersi mogliettina adorante mentre il marito lavora tutto il giorno al bar e chissà che altro combina. A un certo punto la ragazza se ne va, sparisce, evapora: Gone Girl. Ma con che stile!
Dov’è Amy? La sua scomparsa diventa subito un caso mediatico, d’altronde è famosa. Povera Amy! Doveva essere così infelice dopo aver lasciato New York! In Missouri si dice non l’abbiano mai accettata. Ma è vero che lui la picchiava? Sembravano la coppia perfetta. Allora perché a lui sembra non gliene freghi nulla? Amy potrebbe essere già morta ferita annegata stuprata sotterrata decapitata oddio! E ora perché sorride davanti ai giornalisti? Ma che è scemo?
Gone Girl: significato del film
Piccola digressione letteraria: avete letto Orgoglio e Pregiudizio? La protagonista Elizabeth, borghese, combatte la morale aristocratica che la vuole compìta (dalla Treccani: piena di garbo, che ha modi signorili, ben educata. È participio di compire, variante di compiere: in sostanza, la femmina da marito doveva essere già compiuta – pronta – al momento dello sposalizio. Non so qual è la parola inglese usata da Austen).
Fast forward di 200 anni: una donna come Amy, che il mondo, i genitori, il marito vogliono perfetta, si arrende e tenta di raggiungere l’ideale di compitezza. Il guaio, racconta Gone Girl, è che essere perfetti comporta fatica, dedizione. “Non puoi essere perfetta solo 23 ore al giorno”.
E se ad un certo punto ti fermi, e pensi: ma chi me lo fa fare? Succede che diventi una pericolosa, meticolosa serial killer con la sindrome di Münchausen. Lo dice l’FBI.
Gone Girl: curiosità sul film
Il viso angelico e la bravura da underacting di Rosamund Pike farebbero pensare che il ruolo – per cui è stata nominata agli Oscar 2015 – sia stato scritto a posta per lei. Non è così: la prima ad essere contattata fu Reese Witherspoon.
Rosamund Pike ha detto che sarebbe entusiasta di tornare per un sequel. È tratto dal best-seller femminista scritto da Gillian Flynn, che ha curato anche la sceneggiatura.