Checult

Avvia Cult-O-Matic
Recensioni

Midsommar – Il villaggio dei dannati (2019)

midsommar

Come sbarazzarti facilmente della tua relazione tossica.

Avevo bisogno di esorcizzare la rottura con la mia ex, quindi ‘sto film me lo sono immaginato come una piccola scatola dove ho messo dentro i suoi ricordi ed i suoi cimeli. Poi ho dato fuoco a tutto.
Queste sono le (quasi) testuali parole di Ari Aster per Midsommar.

Dopo Hereditary, che a molti (incluso me) ha tolto il sonno per un bel pezzo, Ari per il suo secondo film decide di tirar fuori dal cilindro delle sue paranoie una equivalente ad un coniglio obeso.
A proposito di paranoie, sono fermamente convinto che la sua sia stata sul genere: “Bene, dopo ‘sto esordio de Cristo che ho fatto, cosa mi invento per stupire tutti?“.
Semplice, un Horror in piena luce del sole.

Midsommar racconta la storia di Dani (la regina del mio cuore, Florence Pugh) che, dopo il suicidio della sorella che col gas si è portata nella tomba anche i genitori (Ari caro, sempre leggero come una piuma), decide di partire col suo ragazzo e gli amici di lui per il solstizio d’estate.
Tappa: la ridente Svezia, per un festival a tutto folklore in una comunità sperduta.
Dani, durante questo viaggio, spera di recuperare un po’ di sanità mentale ma soprattutto il rapporto difficile con il suo ragazzo (l’equivalente di una minchia di mare, come si dice dalle mie parti), peccato che il soggiorno al villaggio diventa un incubo ad occhi aperti, tra riti ed usanze poco ortodosse.

Senza giri di parole, Midsommar è Aster che gioca a fare Kubrick.
È un film ambizioso, diretto in maniera scrupolosa, dilatato in alcune parti fino allo sfinimento, consapevole di dare fastidio e disturbare prima di intrattenere.
In questi casi, o ne esci con le ossa rotte, o con le spalle larghe.
Ora, immaginatevi un ebreo alto forse manco un metro e settanta con le spalle di un culturista.

Lo stesso Scorsese si è tolto il cappello di fronte a Midsommar, affascinato dal talento di Aster.
Perché dietro tutto il fumo creato dalla ricerca paranoica su regia e messa in scena (obiettivo ampiamente centrato), il giovane regista ha fatto trovare una bella braciola di carne cotta a puntino. La tematica, che è la ciccia alla fine che ci fa appassionare alla storia, soprattutto quelle d’orrore, non è mancata nemmeno in Midsommar, questa volta forse ancora più personale di Hereditary.
Cosa c’è di più godurioso di mandare a quel paese quella relazione tossica che ci sta affossando nella nostra vita già non semplice?
Se poi nel mentre vieni incoronata Regina del solstizio d’estate da dei pazzi in gonnella bianca, il biglietto del viaggio è ampiamente ripagato.

Durata:

  • 2h 28min.

Regia:

Sceneggiatura:

Colonna sonora:

Lascia un Commento

Informazioni sull'Autore

Bucio de Cult!

Checult

cultomatic_mock

...Attendere...

Cultomatic sta cercando il miglior cult in base alle tue preferenze, Attendi....

? min .
Checult Checult

Anche se sono buoni, sappiamo che i cookies fanno male ai denti: promettiamo di distribuirne con discrezione. Nun me fido

I nostri cookie sono gluten free e servono a rendere l'esperienza più appetibile. Se rimani con noi senza modificare le impostazioni accetti di compromettere la tua dieta.

E vabbè