Checult

Avvia Cult-O-Matic
Saranno cult?

Wolfwalkers è un capolavoro di animazione che puzza di Disney

Scena di Wolfwalkers - Il popolo dei lupi

Non sarà il film dell’anno per l’Academy ma lo è per i furry.

Se c’è una caratteristica che adoro nei film di animazione è la loro capacità di incantarmi attraverso l’intreccio tra narrazione e disegno. In questo mondo fantastico infatti, tutto è plastico e asservibile ai temi della storia, dalla geometria dei personaggi alla disposizione degli edifici. Wolfwalkers – Il popolo dei lupi è la testimonianza che non sono pazzo, e anche gli animatori di Cartoon Saloon la pensano come me. Spero.

Quello che colpisce immediatamente di Wolfwalkers è l’insolita combinazione di grafica 2.5D e di tratti ruvidi, sfumati e chiaramente fatti a mano. Ogni frame è un quadro da incorniciare e appendere, e allo stesso tempo riassume perfettamente quello che sta accadendo nella scena.

Wolfwalkers scena lupi

Basta un’occhiata a Mebh, la bambina che vive tra i lupi, per capire tutto quello che serve su di lei. I folti capelli arancioni pieni di foglie che avvolgono il volto rotondo rendono palese la sua natura selvaggia, ma bonaria, il sorriso pieno di denti aguzzi ci mostra il suo spirito dispettoso e gli orecchini a forma di luna, beh, il film si chiama Wolfwalkers

Una scena in particolare, fa risplendere il lavoro dello studio irlandese, ossia una corsa sfrenata nella foresta dal punto di vista di un lupo. Una combinazione di grafica CGI, inventiva e millecinquecento tavole disegnate a mano, rendono la corsa immersiva, la magia palpabile, l’esperienza unica e il lavoro di disegnatore una merda. 

La magia in Wolfwalkers è la manifestazione del potere della comunità, espresso dalle donne tramite sigilli runici e disegni dorati dallo stile druidico. Matriarcato, comunità e natura si oppongono alla dittatura opprimente a sfondo religioso, in una Kilkenny del 1650. Il messaggio è ambientalista e femminista, ma non va fino in fondo, preferendo attenersi alle linee guida tracciate dalla Disney.

Scena di Wolfwalkers film nominato agli Oscar

Ritornando un attimo al mio personaggio preferito, il volto e i capelli di Mebh ricordano un uovo con i colori di tuorlo e albume invertiti, i più complottari tra voi potrebbero pensare che questo sia un riferimento al suo ruolo di figlia. Ma non io, io i film li guardo per la trama. Trama che purtroppo è uno dei punti deboli del film.

La storia è piuttosto semplice: uomo cattivo che si crede dio vs natura buona che non uccide nessuno, chi vincerà?

Probabilmente Soul.

Diversi elementi della storia sono ripresi da tropi disneyani (anche quelli acquisiti), come nel caso dei soldati che non riescono mai a colpire gli eroi: l’unico personaggio per cui ero preoccupato era Bill Goodfellowe e solo perché doppiato da Sean Bean.

E arriviamo dunque all’audio: in lingua originale Wolfwalkers ha diversi problemi di doppiaggio e missaggio volumi. Quasi tutti i personaggi secondari soffrono di un doppiaggio pessimo, peggiorato dal volume estremamente basso della voce, sovrastato da musica ed effetti sonori.

Per fortuna arriva in nostro soccorso la suadente voce di Sean Bean, che nell’accarezzarci con la sua protettività risolve i nostri daddy issues. D’altra parte, Simon McBurney contribuisce a rendere il cattivone triangolare, preso in prestito da Pocahontas, un personaggio quasi tridimensionale, attraverso il vibrare delle sue vocali corde.

Per quanto io possa criticare e prendere in giro le carenze di Wolfwalkers, la verità è che ci sono affezionato. È una pellicola che si muove sul binario dei film per l’infanzia, ma lo fa scalciando, ruggendo e dimenandosi. Soprattutto è un film che abbraccia appieno la sua natura di lungometraggio animato e dà la precedenza alla caratteristica principale di questo genere, una comunicazione che passa prima di tutto dall’istinto e dalle emozioni. In definitiva un film da guardare e ricordare con affetto, anche mentre te ne lamenti.

Wolfwalkers è l’ultimo in una trilogia di film diretti da Tomm Moore e ispirati alla mitologia irlandese. Segue The Secret of Kells e La canzone del mare, entrambi ampiamente acclamati dalla critica. La pellicola è stata nominata agli Oscar 2021 nella categoria Miglior film d’animazione ed è disponibile in streaming su Apple TV+.

Lascia un Commento

Informazioni sull'Autore

Liaam Nee-san

Il suo habitat naturale sono le fogne e si nutre prevalentemente di pizza. Il colorito verde è dovuto al muschio che cresce sul suo corpo, utilizzato per mimetizzarsi tra gli hikikomori. Si avvicina al Cinema con cautela, incuriosito dalla presenza di personaggi tridimensionali.

Checult

cultomatic_mock

...Attendere...

Cultomatic sta cercando il miglior cult in base alle tue preferenze, Attendi....

? min .
Checult Checult

Anche se sono buoni, sappiamo che i cookies fanno male ai denti: promettiamo di distribuirne con discrezione. Nun me fido

I nostri cookie sono gluten free e servono a rendere l'esperienza più appetibile. Se rimani con noi senza modificare le impostazioni accetti di compromettere la tua dieta.

E vabbè