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Terrace House è il reality nipponico Netflix per chi ama i film francesi

Terrace House

Konbanwa!

Da 20 anni a questa parte il termine reality, in Italia, è sinonimo di cattivo gusto, esibizionismo, ignoranza e, sin dai tempi di Taricone, sesso amatoriale in seconda serata su Canale 5. Ma Terrace House, reality show giapponese prodotto da Fuji Television e a partire dalla seconda stagione anche da Netflix, è quanto di più diverso si possa immaginare da un’edizione del Grande Fratello.

Hai presente quei film francesi su personaggi comuni in vicende banali, film in cui non succede una beneamata mazza ma, per qualche ragione, sotto sotto vorresti che continuassero per sempre e, non appena compare la scritta “Fin”, ti senti stranamente pieno, ti sembra d’aver imparato qualcosa d’importante? In Terrace House la sensazione è quella (ndr, dopo aver iniziato a scrivere l’articolo scopro che in effetti lo show è apprezzato in Francia).

Qui di seguito qualche ragione per cui l’animo sensibile dovrebbe guardarlo.

Con Terrace House la vita reale entra nel reality

“Giampiero, supera il lago di fuoco e dichiara amore eterno alla concorrente vincitrice del concorso miss maglietta bagnata”; “Natasha, copriti di fango e lotta con Daniela immaginando che sia tua madre”; “Rocco, quanto fa otto per otto? Hai 60 minuti di tempo per rispondere. Quindi trova la concorrente il cui mese di nascita corrisponde alla radice del risultato ottenuto. Sacrificala a Baphomet”.

Terrace House Billboard

Terrace House billboard

Questo è grossomodo lo spettacolo offerto dai reality nostrani, con il quale lo show Netflix, dicevo, non ha nulla a che fare. Niente prove assurde e condizioni imposte: il format di Terrace House prevede le ordinarie e spontanee interazioni di ragazzi e ragazze comuni, per quanto attraenti. A loro disposizione due auto e una villa, dalla quale sono liberi di andare e venire come gli pare. Praticamente è “uno show sul nulla”, come l’ha definito BuzzFeed. Guardi la prima puntata e, dopo 30 minuti di giapponesi che si comportano in modo strano, pensi: “Ma che sto vedendo?”.

Terrace House è, in un certo modo, uno spaccato di vita reale dei giapponesi dai 18 ai 30 anni (lo dicono gli stessi giapponesi emigrati, che lo guardano per riavvicinarsi alle proprie origini). È la Nouvelle Vague del reality show, i suoi concorrenti dei piccoli Cléo dagli occhi a mandorla. L’iniziativa è totalmente in mano ai partecipanti. La produzione prepara il campo, poi li lascia pascolare. Certo, i flirt sono pur sempre il cuore dello show, ma gli autori si limitano a favorirli e mai li provocano se non attraverso un accurato casting.

L’approccio delle telecamere di Terrace House dispone lo spirito documentaristico dell’incredulo spettatore, piega senz’altro favorita dall’esoticità dei modi e dei tratti somatici dei concorrenti. E non è neanche corretto parlare di “concorrenti”, perché semplicemente non si vince un bel niente. Né in alcun modo viene votato, nominato, eletto un vincitore. Nonostante tutto questo, c’è un cliffhanger quasi alla fine di ogni puntata. Come facciano è un mistero.

Seina a Terrace House

Seina si dedica al suo hobby preferito appena arrivata a Terrace House.

I giapponesi ti danno lezioni di bon ton.

La cultura nipponica è nota per essere una delle più raffinate al mondo. Così anche il più gretto concorrente di Terrace House, agli occhi di noi buzzurri occidentali, è uno spirito eletto capace di dispensare lezioni di eleganza con la grazia di un haiku d’inverno. Ci insegna non solo come cenare senza fare venire il vomito a chi ci sta di fronte, ma in che modo chiedere un favore, un appuntamento, come fare o accettare un regalo o una critica, ridere e piangere, insultare o augurare una pronta guarigione dalla diarrea al nostro compagno di stanza.

Ben presto ti renderai conto che le loro non sono inutili moine, ché la gentilezza è il fottuto sale della vita.

In Terrace House c’è il Giappone che cambia

I cittadini dai 18 ai 35 anni sono il manifesto del cambiamento di una Nazione. Nei partecipanti di Terrace House c’è la rivoluzione sotterranea che sta cambiando il Giappone. Questo è evidente in particolare nella stagione attualmente in corso (la cui seconda parte è uscita a Dicembre su Netflix anche per noi), che presenta per la prima volta due partecipanti immigrati.

Il Paese del Sol Levante è piuttosto chiuso e pieno di pregiudizi nei confronti degli stranieri, in particolare degli italiani. Ed è un nostro conterraneo proprio uno dei due immigrati: il buon Peppe-chan, di cui tutti noi possiamo andare fieri!

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Informazioni sull'Autore

Charlize Terùn

Emersa come dea ermafrodita dall'oro liquido sospirando "J'Adore", ha deciso che le piacque e piace tutto, compresa e in primo luogo la propria ambiguità. Quando la società imperialista le impedisce di vedere almeno 7 film a settimana diventa FURIOSA.

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